Publicación: Marchi di cava e sigle di costruzione: nota preliminare sul materiale epigrafico proveniente dall’area di Tarraco (Hispania Citerior)
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2018
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Fédération Aquitania
Resumen
Les marques de carrière et les marques de construction constituent un sujet difficile à aborder, en particulier en ce qui concerne leur interprétation, qui est pour nous souvent cryptique et inaccessible. Pour l’époque romaine, de nombreuses études liées à la fonction de ces marques sur les matériaux en marbre ont révélé des indices pour comprendre certains des aspects du complexe système de propriété impériale des carrières, ainsi que de l’organisation, de l’extraction, du comptage, du contrôle, du stockage et de la commercialisation de ces matériaux. Malheureusement, il existe certainement moins d’informations sur l’utilisation des marques sur des matériaux moins nobles, c’est-à-dire la pierre de construction. Néanmoins, explorer cet aspect du problème est intéressant parce que, tant à l’intérieur qu’à l’extérieur des carrières, leur fonction devait être particulier, en réponse à un système d’organisation différencié de celui du marbre, moins complexe et adressé à une zone de destination plus restreinte : à échelle locale ou régionale. Dans cette contribution, sera mise en évidence un cas, celui de Tarraco, qui pourrait donner des perspectives nouvelles à cet égard, où différents groupes de marques ont été documentés sur des monuments appartenant à différentes périodes, dont certains sont déjà bien connus. De plus, on propose ici des observations préliminaires sur l’étude d’un grand groupe des marques, inédit et encore en cours d’étude, découvert dans la carrière de calcaire d’où proviennent la plupart des matériaux utilisés pour la construction des monuments de la ville antique.
Le sigle di cava e i marchi di costruzione costituiscono un tema di difficile approccio dovuto soprattutto a difficoltà interpretative che, nella maggior parte dei casi, rendono la tematica criptica e spesso inaccessibile. Per l’epoca romana, numerosi sono stati gli studi relativi alla funzione di tali marchi su materiali marmorei di età imperiale, i quali si sono rivelati indizi utilissimi per comprendere alcuni degli aspetti del complesso sistema di proprietà statale delle cave, nonché delle fasi di organizzazione di estrazione, conteggio, controllo, stoccaggio e commercializzazione di suddetti materiali. Purtroppo, certamente minori sono le informazioni che si riferiscono all’impiego di sigle su materiali meno nobili, ovvero la pietra da costruzione. Nonostante ciò, risulta interessante porvi attenzione in quanto, tanto all’interno che all’esterno della cava, differente doveva essere la loro funzione, rispondendo ad un sistema organizzativo distinto rispetto al marmo, meno complesso e rivolto ad un’area di destinazione più ristretta, locale o regionale. In questo contributo si vuole mettere in evidenza un caso di studio che possa gettare nuova luce su questa tematica, ovvero quello di Tarraco, da cui provengono diversi gruppi di marchi rinvenuti su monumenti dalla cronologia diversa. Inoltre, si vuole dar notizia e proporre osservazioni preliminari sullo studio di un cospicuo gruppo di marchi, inedito ed ancora in corso di studio, rinvenuto nella cava calcarea da cui proviene la maggior parte del materiale impiegato per la costruzione dei monumenti della città di epoca antica.
Le sigle di cava e i marchi di costruzione costituiscono un tema di difficile approccio dovuto soprattutto a difficoltà interpretative che, nella maggior parte dei casi, rendono la tematica criptica e spesso inaccessibile. Per l’epoca romana, numerosi sono stati gli studi relativi alla funzione di tali marchi su materiali marmorei di età imperiale, i quali si sono rivelati indizi utilissimi per comprendere alcuni degli aspetti del complesso sistema di proprietà statale delle cave, nonché delle fasi di organizzazione di estrazione, conteggio, controllo, stoccaggio e commercializzazione di suddetti materiali. Purtroppo, certamente minori sono le informazioni che si riferiscono all’impiego di sigle su materiali meno nobili, ovvero la pietra da costruzione. Nonostante ciò, risulta interessante porvi attenzione in quanto, tanto all’interno che all’esterno della cava, differente doveva essere la loro funzione, rispondendo ad un sistema organizzativo distinto rispetto al marmo, meno complesso e rivolto ad un’area di destinazione più ristretta, locale o regionale. In questo contributo si vuole mettere in evidenza un caso di studio che possa gettare nuova luce su questa tematica, ovvero quello di Tarraco, da cui provengono diversi gruppi di marchi rinvenuti su monumenti dalla cronologia diversa. Inoltre, si vuole dar notizia e proporre osservazioni preliminari sullo studio di un cospicuo gruppo di marchi, inedito ed ancora in corso di studio, rinvenuto nella cava calcarea da cui proviene la maggior parte del materiale impiegato per la costruzione dei monumenti della città di epoca antica.
Descripción
The registered version of this article, first published in Aquitania : une revue inter-régionale d'archéologie, is available online at the publisher's website: Fédération Aquitania, https://doi.org/10.3406/aquit.2018.1554
La versión registrada de este artículo, publicado por primera vez en Aquitania : une revue inter-régionale d'archéologie, está disponible en línea en el sitio web del editor: Fédération Aquitania, https://doi.org/10.3406/aquit.2018.1554
La versión registrada de este artículo, publicado por primera vez en Aquitania : une revue inter-régionale d'archéologie, está disponible en línea en el sitio web del editor: Fédération Aquitania, https://doi.org/10.3406/aquit.2018.1554
Categorías UNESCO
Palabras clave
marques de carrière, marques de construction, Tarraco, carrières anciennes, chantier de construction, marchi di cava, marchi di costruzione, Tarraco, cave antiche, cantiere edilizio
Citación
Vinci Maria Serena. Marchi di cava e sigle di costruzione: nota preliminare sul materiale epigrafico proveniente dall’area di Tarraco (Hispanoa Citerior). In: Aquitania : une revue inter-régionale d'archéologie, tome 34, 2018. pp. 145-170
Centro
Facultades y escuelas::Facultad de Geografía e Historia
Departamento
Prehistoria y Arqueología